Cosmetici naturali ed ecobio: esistono davvero? 11 Gen, 2019
Negli ultimi anni, con l’aumentare dell’attenzione collettiva verso il rispetto dell’ambiente (mai abbastanza, ma iniziamo a gioire almeno di questi primi passi), anche il mondo della cosmetica è stato investito del dovere di offrire prodotti più green nella composizione e nel packaging.
Vero anche che sottilmente e in alcuni casi il rispetto per l’ambiente ha cambiato forma, spostando il nucleo dall’impatto di un cosmetico sull’ecosistema al nostro desiderio di prodotti che contengano o meno determinati ingredienti -diritto altrettanto legittimo, ma facciamo caso a come il marketing pubblicitario cerchi di far coincidere le due cose quando non sempre è così.
In ogni caso, domanda e offerta del mondo cosmetico si sono sempre più spostati verso prodotti ecologici, naturali e biologici, tanto nei claim pubblicitari che nelle confezioni.
Sembra fantastico, no? Ma cosa significano davvero questi termini?
Innanzitutto, per quanto possa sembrare scontato, è utile ribadire che non sono sinonimi!
Ecologico, infatti, si riferisce al puro impatto della realizzazione del prodotto sull’ambiente; si misura sul calcolo della quantità d’acqua necessaria a diluire i suoi componenti perché non risulti più nocivo per gli organismi acquatici. Naturalmente in questo calcolo non sono comprese solo le materie prime, ma anche il packaging; siamo bombardati di confezioni piene di paesaggi, alberi e scritte nel colore che più evoca l’idea di ecologia, ma sapevate che il verde è nella sua produzione tra i più inquinanti in assoluto?
Passiamo poi a naturale, altro termine tanto amato dal marketing moderno. Nel caso dei cosmetici si tratta di un termine doppiamente fuorviante, perché da un lato cerca rassicurare il cliente, che d’istinto lo contrappone al pericoloso chimico (mentre il contrario di naturale, per amor di puntigliosità, è artificiale), senza pensare che, dall’acqua alla benzina, dal legno al sangue, tutto è chimica ; dall’altro, indica semplicemente che la formulazione del prodotto in questione vanta una base vegetale, senza altre linee guida che ne indichino i parametri. Va da sé che è quasi impossibile trovare cosmetici in commercio interamente vegetali/naturali, perché escluderebbero tutte le materie prime che rendono la sua texture piacevole da usare (in particolare nel caso di creme a affini), ma soprattutto ne impediscono la contaminazione microbiologica e il deterioramento in pochi giorni -anche un pomodoro è naturale, ma quanto dura prima di marcire?
Infine, biologico indica prevalentemente la provenienza delle materie prime: da agricolture che non usano pesticidi, insetticidi e concimi artificiali per gli ingredienti di origine vegetale, e da allevamenti che non arricchiscono i mangimi con additivi quali ormoni e antibiotici per quelli di origine animale.
Anche in questo caso è difficile pensare a un cosmetico bio al 100%, poichè anche ammettendo che tutte le materie prime principali rientrino tra gli ingredienti sopracitati ci saranno sempre le altrettanto sopracitate sostanze di sintesi ad integrare la formulazione.
Ma torniamo a noi: data l’enorme richiesta -e il conseguente aumento della produzione- dei prodotti ecobio (ecologico+biologico), sorprendentemente non esiste ad oggi una regolamentazione armonica che ne regoli gli standard per i cosmetici, tanto in Italia quanto in Europa. Cosa significa? Significa che, perfino in questo mondo così strettamente regolamentato, in ogni paese si può stabilire su parametri privati cosa è ecobio e cosa non lo è, per la confusione generale dei clienti.
In mancanza di obblighi di legge, è vero, esistono alcune certificazioni volontarie che possono essere ottenute come valore aggiunto al proprio prodotto, sia per il fattore ecologico che per quello biologico; la magagna (almeno per i produttori) è che si tratta di pratiche discretamente lunghe e costose, che non così facilmente i marchi minori riescono ad approcciare o su cui decidono di puntare a livello di marketing.
Come destreggiarsi, dunque? Il mondo della formulazione cosmetica è complesso e articolato (qui parlo per esperienza), e come sempre vince su tutto approcciarsi all’etichetta di un prodotto con occhio critico e un certo scetticismo di fondo.